Il minimo che possiamo fare è aspettarLa
- Dettagli
- Pubblicato: Martedì, 19 Febbraio 2013 14:33
- Visite: 1585
Il minimo che possiamo fare è aspettarLa

Testimonianza di Maria José Álvarez
Spesso le bambine, e tutti coloro che erano con loro, aspettavano l’apparizione sveglie fino a notte molto avanzata. Aspettavano la Madonna.
Ci racconta Maria José Álvarez:
«Dopo aver percorso di porta in porta le case di quelle che avrebbero avuto l’apparizione, ci sedemmo su una panchina che c’era davanti alla finestra della casa di Conchita. La cucina era piena di gente e la porta era aperta. Si pregava il rosario, e noi rispondevamo da fuori. Alle sei di mattina la gente che era dentro la cucina decise di uscire, affinché noi entrassimo se per caso avevamo freddo.
Conchita e sua madre erano sedute ai due lati del focolare. Aniceta era la più sveglia, e io le dissi: “Perché, sapendo che la Vergine non viene che più tardi, non vanno a dormire?”. Aniceta mi rispose: “Sapendo che la Santissima Vergine viene, il minimo che possiamo fare è aspettarLa sveglie”. Grande ragione.
Le chiamate – una gioia molto grande
Continua il racconto Maria José Álvarez:
«Entrando in cucina io mi misi a fianco di Conchita, e le chiesi com’era la questione delle chiamate, e mi disse che nella prima chiamata sentiva dentro come una grande gioia e che dalla prima alla seconda trascorreva un lungo lasso di tempo. La seconda chiamata era una gioia maggiore e la terza chiamata era uscire di corsa dovunque la Madonna la portasse. Il tempo tra la seconda chiamata e la terza era più corto.
Mentre parlava con me cadde fulminata in ginocchio e si sentì un colpo come se si fosse rotta entrambe le ginocchia, tale fu il rumore che si sentì. Io pensai che, se fosse caduta sui miei piedi, li avrebbe rotti.
Avvenne alle sette di mattina. Conchita di alzò e si diresse verso la finestra. Lì diede il crocifisso da baciare a Placido Ruiloba di Santander e a un altro signore che mi sembra ricordare fosse un Sacerdote.
Poi Conchita andò alla Calleja e pregammo con lei, in estasi, un bellissimo Rosario che non dimenticherò mai».